Noha, il passerotto con l’ala rotta

Lorenzo, come tutti i pomeriggi, era a lavorare nella sua cartolibreria quando ad un certo punto sente qualcosa che sbatte sulla vetrina. Uscito fuori si rende conto che un giovanissimo passerotto, cadendo dal nido, era andato a sbattere sul vetro , lasciandolo tramortito. Inizia cosi la storia di amicizia tra Noha e una coppia di giovani ragazzi di Quarrata. Da quel momento Lorenzo e Sara si sono occupati del pennuto, accudendolo e nutrendolo ogni due ore con un apposita “pappa”. Noha cresceva a vista d'occhio, si era tutto ricoperto di penne e si esercitava a volare in casa. Per farlo abituare al clima e alla vita in Natura avevano alloggiato Noha in una voliera esterna e, quotidianamente lo portavano in casa per farlo esercitare nel volo..infatti amava volare da una spalla all'altra dei suoi amici umani e si faceva scorpacciate di briciole di pane che avanzavano a tavola. Arrivata la primavera, quando ormai era tempo di lasciar andare il lori piccolo amico, tornando da lavoro, e andando a controllare Noha in voliera si resero conto subito che qualcosa non andava. Noha era infatti sul fondo della voliera ed era tutto insanguinato con un ossicino dell'ala che spuntava fuori dalla ferita. Qualche animale, probabilmente una gazza ladra, era volata sul terrazzo e dall'esterno della voliera era riuscita con il becco ad afferrare un'ala di noha strappandone una gran parte. A quel punto si precipitarono in Clinica e alla visita le condizioni di Noha ci sembrarono subito molto gravi. Aveva perso moltissimo sangue, visto che vena e arteria ulnare erano state recise e il moncone osseo dell'omero era esposto. Abbiamo subito ricoverato Noha, abbiamo eseguito un microematocrito per valutare il grado di anemia e abbiamo fatto fluidoterapia per ristabilire un adeguata idratazione,antbioticoterapia e terapia antidolorifica .E' necessario in questi casi, in cui i pazienti sono di piccole dimensioni, mantenerli in camere calde con una temperatura costante, per evitare il rischio di ipotermia. Stabilizzato il paziente, abbiamo eseguito un intervento chirurgico in anestesia generale, dove è stato necessario disarticolare il moncone osseo dell'omero in quanto la cute rimasta non permetteva di ricoprire l'osso esposto. Poi abbiamo suturato la cute sopra l'articolazione e abbiamo eseguito un bendaggio intorno al corpo del volatile per evitare che con il becco si potesse togliere i punti. Dopo vari giorni di ricovero Noha si è ripreso benissimo ed è potuto tornare a casa dai suoi genitori adottivi. Purtroppo, senza un ala, non è stata possibile la liberazione in natura ma Noha ha trovato lo stesso una splendida famiglia adottiva che lo lascia scorrazzare libero per casa.